Ieri, 4 Novembre 2014, si è svolta a Bellosguardo (SA) una manifestazione di commemorazione dei caduti in guerra. Purtroppo non ero presente, ma mi è stato raccontato che in uno degli interventi che si sono succeduti nella chiesa madre, e precisamente in quello del vicesindaco Giuseppe Troncone, sono stati letti dagli alunni alcuni brani tratti dalle lettere di mio nonno e pubblicati nel mio libro.

In particolare, il filo conduttore che ha scelto il vicesindaco nel suo intervento e nella selezione dei brani affidati alle voci della nuova generazione di Bellosguardo è stato triplice:

- Le dure condizioni di vita in guerra di quella generazione di cento anni fa

- La morte, un concetto col quale costantemente quella generazione era costretta a confrontarsi, a dispetto dell'età, tipica della spensieratezza

- La speranza, questa misteriosa e invincibile forza dell'uomo, sempre presente anche nelle difficoltà più estreme.

Inutile dire che una tale rievocazione, basata sulle lettere di mio nonno, avvenuta in un'occasione ufficiale, e, soprattutto, proprio in quella chiesa tante volte citata nelle lettere, come luogo di spiritualità e anche di realizzazione piena della comunità, ha arrecato gioia a tutti noi discendenti di Leonardo ed Angiolina.

Peraltro l'anno scorso anche una docente di Italiano, nel liceo nel quale insegno, aveva letto alcuni brani del libro agli alunni, con la stessa finalità.

A me pare che è un'esigenza sempre più viva la lettura della Storia condotta con un focus basato non più (o quantomeno non solo) su una sequenza di eventi ed informazioni ad essi correlati, ma su un distillato di percezioni  e di emozioni vissute dalle persone direttamente coinvolte in quegli eventi.