“Questa primavera che ci si annunzia ha il tepor del sole, del chiaro di luna, e dell’olezzo delle profumate violette mammole, promuove nell’animo mio un’allegrezza insolita.  Sento in questi giorni la bellezza della vita, la gioia di sentirmi giovine, la felicità di sapermi amato dalla creatura più bella, più virtuosa che vanta la terra.  Angiolina mia! Come è bello il sapersi amato, quando la natura sorride al creato!“

Nonno Leonardo

Quanti leggendo queste parole penserebbero che sono state scritte nel 1919 da un ragazzo che, nato povero in un borgo del sud, aveva frequentato soltanto le scuole elementari? E che aveva trascorso al fronte tutta la Grande Guerra ed era appena ritornato sconvolto dagli orrori di cui era stato testimone e per giunta ammalato?Nonni giovani

Mio nonno Leonardo ha vissuto un'esistenza breve e non certo semplice. Ha combattuto tutta la prima guerra mondiale e poi, rientrato a casa col fisico minato dal lungo conflitto, ha avuto solo il tempo di coronare il suo contrastato sogno d'amore e di veder nascere due figli, prima di morire quando il più grande dei due, mio padre, aveva soltanto due anni.

Nei lunghi anni trascorsi al fronte ed in quelli immediatamente successivi, si era dedicato a trascrivere su dei grossi quaderni cuciti insieme a mo’ di libro (e che mia nonna curiosamente chiamava “il registro”) la corrispondenza che intratteneva con l’amata. In altre pagine ha raccolto, come in un diario, i ricordi relativi al periodo che precede la relazione epistolare.

Il contesto

Bellosguardo

Tra lettere e diari, gli scritti ritrovati coprono un periodo che va dal 1913 al 1920. Tutte le lettere di mia nonna sono spedite da Bellosguardo (nella foto a lato), il paese del Cilento nel quale entrambi sono nati. Le lettere di Leonardo nel periodo bellico partono dal fronte.

L'argomento prevalente è la loro contrastatissima storia d'amore, ma frequenti sono gli squarci che si aprono sulla vita di una piccola realtà rurale del sud prima e durante la Grande Guerra e sulle condizioni dei suoi giovani inviati al fronte.

Su di me

mia fotoMi chiamo Leonardo Di Filippo, proprio come mio nonno. Da giovane non avrei mai scritto nulla del genere; sono un ingegnere elettronico e nel primo tempo della mia vita, nel lavoro come negli hobbies, le mie passioni avevano (quasi) sempre riguardato argomenti tecnologici o scientifici. Ora invece nel mio tempo libero trovano sempre più spazio letture a sfondo storico o umanistico. Il mio sito personale è qui.

Mi sono appassionato a questo lavoro di recupero, approfondimento e commento degli scritti di mio nonno. Inizialmente non per pubblicarlo, ma solo per la mia famiglia ed in particolare per i miei figli. Perchè poi la decisione di pubblicarlo? Un po' è un tributo postumo a mio nonno e poi perché spero che il lettore possa trovare interessante lo spaccato della civiltà contadina del Sud Italia nel contesto della Grande Guerra e l’opportunità di vivere da vicino, attraverso racconti reali, le emozioni di un giovane contro il quale si accanivano pregiudizi sociali e vicende belliche.