Scuola

"Acquista cosa nella tua gioventù che ristori il danno della tua vecchiezza. E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza, adoprati in tal modo in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento." (Leonardo da Vinci)

15 considerazioni contro i gruppi WhatsAPP nel lavoro dell'insegnante

Collaborare sì ma senza confusione

Perché penso che sia sbagliato, per un insegnante, usare i gruppi WhatsApp come strumento di lavoro.

E perché in questo anno scolastico abbandonerò tutti i gruppi WhatsApp, a partire da quelli dei consigli di classe.

  1. Abbiamo già diversi canali di comunicazione ufficiali (email, registro elettronico, google gruppi, google calendar, meet, drive). WhatsApp non è invece richiesto dall’Istituto e questo incrementa il profilo di responsabilità individuale in caso di problemi.
  2. Le conversazioni non sono ordinate, nella sequenza si intrecciano diverse discussioni (a questo proposito non capisco perché quasi nessuno usa Google gruppi).
  3. In più si mescolano con amenità varie, tipo meme, auguri, santini, catene di Sant'Antonio, video e battute 'divertenti' già visti altre cento volte sul web; invece, quando si tratta di inviare una email, nessuno sfora nell'effimero
  4. I punti 2 e 3 insieme fanno perdere un sacco di tempo
  5. Le e-mail generalmente le leggo subito, ma poi le gestisco in un momento adatto; con WhatsApp i colleghi pretendono una risposta immediata, anche se non c'è urgenza.
  6. C'è sempre qualcuno che risponde ai messaggi di testo con lunghi messaggi vocali 😠
  7. Rispetto delle normative sulla privacy. WhatsApp è un servizio di una società estera privata che si riserva di utilizzare i dati all'interno delle società del gruppo. Non scrivo mai il nome di un alunno su WhatsApp, né trasmetto documenti scolastici facendoli fuoriuscire dal perimetro digitale gestito dal mio Istituto
  8. La licenza d'uso di WhatsApp versione standard vieta l'uso professionale (riservato alla versione Business, che in genere noi insegnanti non abbiamo)
  9. WhatsApp potrebbe cancellarmi il profilo, anche per un malinteso, e perderei dati, conversazioni e file
  10. WhatsApp è un servizio nel mirino dei malware
  11. L'uso promiscuo privato/professionale si presta, in caso di errori, all'invio di informazioni sensibili a contatti extra-scolastici. Invece la e-mail istituzionale non ha in rubrica i contatti non lavorativi
  12. Con WhatsApp si finisce spesso in polemica (io per primo) perché si risponde in tempi brevi e si ponderano poco le risposte. Inoltre, poichè la conversazione viene letta da molte persone, alcune delle quali potrebbero non essere direttamente coinvolte, si diventa più reattivi verso eventuali critiche o osservazioni meno gradite.
  13. È facile che un messaggio sfugga all'attenzione, soprattutto quando se ne legge una sequenza lunga in una volta sola
  14. Cercare vecchie interazioni nella posta ordinaria è semplice. Uso molto i filtri di gmail, ogni conversazione viene etichettata automaticamente e tengo tutto sotto controllo. Queste gestioni non sono possibili su WhatsApp
  15. I gruppi generano un sacco di notifiche dello smartphone, che mi stressano e mi distraggono se sono concentrato nel lavoro. Anche se le silenzio, vado comunque a vederle, perchè potrebbe trattarsi di quella sola su cento che è realmente urgente. Non partecipando ai gruppi mi arriverà un messaggio WhatsApp (o una telefonata) solo in quel caso urgente e non negli altri 99.

Insomma WhatsApp, secondo me, va bene per comunicazioni personali dirette con amici e colleghi, mentre i gruppi sono deleteri se usati per lavoro.

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