Riflessioni

"Nessun problema può resistere all’assalto di una riflessione approfondita." (Voltaire)

Sulla cottura della pasta

Ogni tanto mi avventuro su argomenti fuori dalle mie competenze, sovente me ne pento, non di rado provo orrore rileggendomi. Ma poiché mi diverte farlo ... persisto.

Dunque. Come vedo la maggior parte delle persone, in ambito domestico, cuocere la pasta: l'acqua bolle, si cala la pasta, il coperchio viene spostato un po' per far uscire il vapore ed evitare che fuoriesca l'acqua; infine, appena ultimata la cottura, l'acqua viene buttata nello scarico dei lavandino.

Bene, io non faccio così. Per una buona cottura, ci dicono, l'acqua deve essere la più calda possibile, e quindi alla temperatura di ebollizione, cento gradi circa (il valore esatto dipende dall'altitudine e dalla salatura). Quando l'acqua ha raggiunto questa temperatura, tutto il calore che continuiamo a trasmettere mantenendo acceso il gas non produce più un aumento di temperatura, ma viene speso per il passaggio di stato da acqua liquida a vapore acqueo. Cioè la quantità di acqua nella pentola diminuisce e si innalza il tasso di umidità nell'ambiente, cosa in genere negativa (a meno che l'aria in casa non sia eccessivamente secca).

Ma, soprattutto, c'è uno spreco di gas. Per questo, quando l'acqua bolle, io butto la pasta, spengo il gas e rimetto il coperchio in posizione di completa chiusura, sollevandolo sporadicamente e solo per pochi istanti quando devo rimescolare. È vero che così la temperatura inizia a calare, ma lo fa così lentamente che, in quei dieci minuti circa necessari per la cottura, la differenza resta irrisoria.

Inoltre, in inverno, a cottura ultimata, prelevo la pasta ma lascio l'acqua bollente nella pentola con il coperchio chiuso e con sopra una presina, che per i miei familiari significa "attenti che oggi la pasta l'ha cotta papà, la pentola scotta ...". La lascio così in modo che, raffreddandosi, ceda il calore all'ambiente (ma non vapore, perché il coperchio è chiuso); insomma un piccolo termosifone aggiuntivo.

Inoltre così evito alle tubature di scarico del lavandino uno stress termico. Secondo me c'è anche un miglioramento di sicurezza, a patto però di lasciare la pentola in un punto sicuro, dove non crea intralcio (Io uso il fornello più lontano dal bordo esterno del piano cottura) e sempre che in casa non ci siano bambini (sempre imprevedibili); infatti spostare, per svuotarla, una pesante pentola di acqua bollente dal piano cottura al lavello, per quanto sia vicino, è sempre un'operazione pericolosa.

Quindi a me pare che così facendo ci siano solo vantaggi, economici ed ecologici (certo anche ecologici, se lo facessimo in molti). Però non sono riuscito mai a convincere mia moglie e mia madre di questa cosa, vogliono vedere l'acqua che bolle fino alla fine. Chi ha ragione?

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